Gherardo delle Notti - Palazzo Reale (Napoli)

“Orfeo incanta gli animali” (1620-1656 ca.)
Olio su tela cm 170x299
Museo del Palazzo Reale di Napoli
Autore: Gerrit van Honthorst detto Gherardo delle Notti

 

TECNICA DI ESECUZIONE
Il supporto è stato realizzato con un unico lembo di tela di canapa a trama stretta e di spessore medio, la preparazione è composta da mestica con terra d’ombra di spessore e granulometria medie. La pellicola pittorica è costituita, per quanto riguarda le anatomie, da impasti corposi di biacca.

STATO DI CONSERVAZIONE
Le attuali dimensioni dell’opera risultano modificate nel lato destro verticale in corrispondenza delle raffigurazione del leone con un ridimensionamento di ca. 5 centimetri. Il telaio attuale è stato realizzato in epoca moderna a seguito dell’intervento di foderatura. La tela non evidenzia lacerazioni, ma solo piccole forature in corrispondenza di stuccature e ritocchi, piccole mancanze di colore diffuse su tutta la superficie; le altre stuccature sono riferibili a cadute di imprimiture e sono presenti lungo i bordi e sparse sulla rappresentazione in misura molto contenuta.

I danni più evidenti riguardano la policromia e sono stati illustrati dalle indagini eseguite alla luce diretta e ai raggi UV, che evidenziano uno strato molto spesso di vernice bruna; le abrasioni delle velature degli incarnati e dei fondi sono dovute ad una energica pulitura; L’azione corrosiva del solvente usato durante precedenti restauri si è estesa anche sulla preparazione, evidenziando la trama della tela sottostante e ciò e costatabile su tutto il dipinto.

L’INTERVENTO DI RESTAURO
La pulitura della policromia eseguita dopo le indagini preliminari è stata realizzata con solventi misti (diluente, alcool, ed acqua ragia), sufficientemente idonei alla rimozione dello strato di vernice patinata ed imbrunita, riferibile ad un intervento moderno, I ritocchi più oleosi e più tenaci sono stati rimossi con solvente dimetil e l’ausilio del bisturi.

Al termine della pulitura si è verniciato il dipinto in più riprese: i colori chiari, incarnati e panneggi, sono stati verniciati in un secondo momento, poiché gli scuri del fondo, molto indeboliti ed abrasi ed in parte polverulenti, mescolavano particelle alla vernice, colorandola. Una volta asciutta la vernice sulle zone scure, è stato possibile riverniciare tutta la rappresentazione riamalgamando le differenti stesure.

La stuccatura dei fori e delle piccole mancanze di imprimitura è stata eseguita con gesso di Bologna e colla di coniglio. L’integrazione pittorica si è realizzata con colori a vernice. La verniciatura iniziale e finale è stata eseguita con resina mastice e dammar, diluite in essenze di trementina.